Lo Schiele di Gaetano Cinque, descritto lungo tutta la propria parabola artistica rivoluzionaria e scandalosa, rifugge le stantie formule accademiche, distanti dall'uomo. Arriva a consumare se stesso verso un ideale di arte che non si distacchi mai dalla sua unica vera fonte di ispirazione, la vita, piena, cruda, feroce e languida di eros, forza primigenia che ogni cosa domina e a cui ogni spirito deve cedere. I suoi quadri grondano di sferzante desiderio e di inesprimibile tragicità.
Una ambiziosa ricostruzione letteraria, che privilegia non tanto il puro dato biografico bensì la sfumatura interpretativa più intima e sfuggente della personalità dell'immortale artista austriaco.
UNA BREVE RECENSIONE
Innanzitutto vorrei farti i miei complimenti per la scelta nei tuoi romanzi di personaggi sempre straordinariamente unici nel loro modo di vivere e di concepire la vita, che obbligano il lettore a capire, a calarsi, quasi ad entrare in loro per poterne cogliere l'intimo sentire, i bisogni, i desideri...
E poi complimenti per come riesci a raccontare, incuriosendo, emozionando e stimolando sempre il desiderio di conoscenza, la voglia di saperne di più.
(Elena Ingenito, insegnante)
VITAMINA L
L'INTERVISTA CON L'AUTORE
NEL PROGRAMMA VITAMINA L
DELLA CASA EDITRICE GIOVANE HOLDEN
(https://www.giovaneholden.it/vitamina-l)
del 30/11/2020
del 27/04/2020
"Susanna e i vecchioni"
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Scrivere è voler parlare al mondo intero, far conoscere
angoli bui e nascosti, dar luce alla tenebra,
è porsi in una dimensione dialettica con la realtà.
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