Che cos’è l’inquietudine

 La letteratura è l’utopia della felicità, un’utopia che si fa concretezza nella parola e nell’interazione tra lettore e scrittore. E non serve addentrarsi nei meandri dell’indicibile, non servono le tavole rotonde, non serve iscriversi a un partito politico o a un’azienda commerciale potente: fare letteratura è credere alla propria immaginazione. È questa la regina di ogni follia.

L’immagine mentale, il sentimento palpitante dei desideri, le ombre che si diradano, le luci accecanti di paesaggi onirici: tutto concorre a percorsi unici e irripetibili.

 Eppure tutta questa follia sconta una condizione dell’animo di chi si accinge alla letteratura che è davvero insistente: l’inquietudine.

Sempre alla base di ogni creazione artistica, sia in forma palese e cosciente, sia nascosta o volutamente ignorata, l’inquietudine è la perenne insoddisfazione, il non riconoscersi in nessuna soluzione data, chiedersi sempre dove sarà mai quel porto sicuro in cui ripararsi.

 (Da Diario minimo di uno scrittore esordiente, pag.89 – 90)