IL MIO NUOVO ROMANZO

UNA SANA FOLLIA

UNA SANA FOLLIA

Romanzo

Traccia narrativa

 

Accettare un nuovo cane non è una decisione facile per Riccardo. La scomparsa di Tess, la sua adorata Golden Retriever, è stata per lui un dolore irriducibile. Ma il piccolo Teddy, dinamico cucciolo di Parson, sa subito imporsi al suo affetto e stravolgere la sua vita, non solo negli aspetti pratici, nelle abitudini e nelle relazioni, ma nella più ampia concezione del mondo.
L’amore da cui Riccardo viene inopinatamente travolto sembra non trovare limiti e giunge presto ad assumere le sfumature della follia. Ma si tratta in realtà di una follia lucidissima. È infatti il sentimento pieno della libertà e della gioia espressiva, che rifiuta ogni tipo di costrizione e di convenzione e che spinge a indagare incessantemente la verità. La medesima follia che il grande filosofo Erasmo da Rotterdam ha descritto come quella forza serena e vitale, capace di condurre l’uomo nei più lieti luoghi di appagamento e di completezza.
Riccardo sceglie di percorrere al fianco del suo Teddy il cammino di ricerca spirituale che tale idea gli ispira, affrontando con caparbietà gli inevitabili scontri quotidiani contro le morali ordinarie e perbeniste che, mal comprendendo la potente visione del mondo da cui si sente guidato, condannano le sue deviazioni dal più regolare senso comune.
Una sana follia  è un romanzo ironico e filosofico, contraddittorio e visionario che, con uno stile nitido e puntuale, si dischiude al lettore come una minuziosa indagine che il protagonista, in un percorso di formazione canina, rivolge su se stesso, sulle proprie convinzioni, su tutta la socialità che lo riguarda, giungendo fino alle questioni più essenziali dell’esistenza.

 

<<UNA SANA FOLLIA>> E VIA IL GUINZAGLIO 

di Piera Maculotti* 

Un gusto filosofico-letterario per scavare fra le contraddizioni

 Con o senza guinzaglio? Il vincolo del limite o l'assoluta libertà? Il quesito è tanto vasto da riguardare - tra tutti gli animali - anche gli umani. «Il guinzaglio limita, soffoca, fa soffrire! Non ci può essere gioia e felicità con il guinzaglio».Riccardo non ha dubbi. Ma nemmeno sua moglie dubita: la dolce Giulia, razionale e decisa, afferma l'opposto: il guinzaglio ci vuole! È uno strumento utile. La dialettica coniugale è viva e accesa, proprio come tutta la materia - espressiva e narrativa - dell'ultimo romanzo di Gaetano Cinque «Una sana follia» (Giovane Holden, 295 pagine, 15 euro). IDEALE continuazione della precedente «Storia di un cane e della sua anima - Tess, amica mia», il nuovo libro conferma il gusto filosofico letterario dell'autore teso a scavare nella verità delle contraddizioni quotidiane per trarne interrogativi, coglierne lampi. E offrire luci. Il vuoto lasciato dalla morte dell'amatissima Tess è ora abitato da Teddy, piccolo grande Amico tenero e testardo, da amare, seguire, accudire. Ma con o senza guinzaglio? Riccardo dovrà vedersela con la dogmatica ortodossia canina di Elisabetta, amica di famiglia, inaspettata compagna di viaggio. Loro tre insieme andranno in treno a Napoli: «terra unica per la fantasia e l'immaginazione, dove la follia domina superba». È la patria del protagonista (e dell'autore), matrice di un'anima entusiasta: «La vita è luce, respiro e gioia». Felice Follia finché non urta contro i muri della «normalità». Il «folle» incute timore, da sempre. Eppure... Resistere al guinzaglio si può; anzi si deve. Lo dice l'Elogio (erasmiano, e oltre) di quella «sana follia» che per Cinque è liberazione dai lacci che costringono la vitalità della vita in vecchie gerarchie (antropocentriche?). Così nel libro l'intensa amicizia con un «animale non umano» diviene luce di speranza per un'umanità migliore, più libera e felice.

*Giornalista e critica letteraria

L'articolo è stato pubblicato  giovedì 30 agosto sul quotidiano Bresciaoggi a pagina 51 nella sezione cultura bresciana.

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Bresciaoggi del 30 agosto 2018

Una sana follia

 

Recensione di Carla Rosco*

 

 

Uno scrittore “senza guinzaglio” Gaetano Cinque. La metafora, straripante nel libro, sta per: non esageriamo con le regole, soprattutto quelle rigide e asfissianti.

Esiste una capacità di autoregolazione che in genere nell’educazione che si riceve – uomini e animali con guinzaglio – viene oscurata, non considerata.

E una capacità di gioire, di vivere a pieno, che di per sé aiuta a far bene, a non danneggiare se stessi e gli altri.

Argomento complesso che Cinque affronta in modo dialettico, ironico e leggero, servendosi di vari personaggi per dare corpo alle visioni diverse, ai diversi mondi emotivi.

Certo alcuni concetti che sono a monte del discorso – libertà, rapporto uomini-animali, eros, dialettica ragione-follia – sono quanto mai impegnativi, da capogiro.

Ma al di là di queste importanti questioni, sulle quali c’è consapevolezza e condivisione con chi legge, si sta proprio bene con il narratore, il cui piacere di scrivere è evidente. Si potrebbe paragonarlo al piacere di vivere del cucciolo Teddy, cane vivacissimo e molto affettuoso, sguinzagliato a curiosare dovunque, a ricordarci che siamo troppo imbrigliati nei movimenti fisici e mentali.

Il cuore della storia è infatti Teddy, cucciolo amato e “viziato” secondo una certa visione dell’educazione canina; secondo il protagonista Riccardo, ad essere viziata è l’aria che si respira in una cultura dominata dal controllo eccessivo, dal perbenismo che produce grigiore e depressioni varie.

Riccardo si ribella, vuole rompere con luoghi comuni e pregiudizi, vuole conoscere il suo cane e, attraverso lui, se stesso: “Via, corri amico mio. Ecco la spiaggia … Insegui pure i gabbiani, che a stormi si alzano dal bagnasciuga, appena ti sentono arrivare, annusa le loro orme, scopri un mondo marino misterioso e ricco di vita”.

E ancora: “Non ci sarà nessun Catone a censurare la mia gioia infinita, provocata da un cane che esprime un io grandissimo in un corpo piccolo!”

Secondo una sua consuetudine, anche qui l’autore si avvale di illustri pensatori citandoli in alcuni passaggi, da Erasmo da Rotterdam (Elogio della follia) a Konrad (E l’uomo incontrò il cane) a C. Foster (L’animale che è in noi).

 

 

*Poetessa e critica letteraria.